L' Eremo di San Guglielmo

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Mi decido anch’io a prendere parte alla consueta escursione all’Eremo di San Guglielmo, gita organizzata da mio marito per far scoprire ai nostri ospiti la bellezza del sito denominato “Malavalle”.
 
Questa volta siamo un bel gruppetto con diversi bambini pimpanti e così, di buon mattino, iniziamo a percorrere a piedi il sentiero tracciato nel bosco alle spalle di Castiglione della Pescaia. Nello, mio marito, ci racconta che l’Eremo è sempre stato  meta continua di pellegrinaggi di persone che vi si recavano per chiedere grazia  o scontare qualche penitenza.
 
Eremo di San Guglielmo (Foto Nadia Poltronieri)
 
Nel suo essere maremmano burlone, la mia dolce metà, asserisce che le molte donne, dovendo chiedere scusa per qualcosa, usavano trasportare una pietra. Più grande era il peccato o la richiesta,  più grande era la pietra. Per esemplificare il racconto mostra a tutti una grossa pietra che, per espiare tutti i peccati verso il marito, avrebbe dovuto portare la sottoscritta. Divento così, immediatamente, il bersaglio di battute e risate.
 
Nel frattempo raggiungiamo  località il Mulino, dove troviamo l’acquedotto costruito dai Lorena per portare l’acqua alla cittadina di Castiglione della Pescaia. La vista,  il silenzio e il verde del bosco ci donano la sensazione di entrare in un luogo posto in altro tempo e dimensione. Affascinante.
 
Malavalle (Foto Nadia Poltronieri)
 
Sempre guidati da Nello, che ci illustra e classifica tutte le essenze arboree che incontriamo, continuiamo la salita fino a dove la valle si restringe sempre di più. Il bosco si infittisce e, improvvisamente, ecco aprirsi davanti a noi “Malavalle”.
I bambini festanti individuano per primi  parte delle mura perimetrali del convento e, subito dopo, ancora eccitati dalla scoperta, scorgono anche la chiesa ancora intatta.
 
La chiesa (Foto Nadia Poltronieri)
 
Lo stile è semplice ad una sola navata, l’abside semicircolare, il tetto è stato rifatto alcuni anni fa. Del complesso monastico rimangono parte del chiostro con le celle dei monaci e i resti di una torre settecentesca. A fianco della chiesa si trova ancora l’impronta della mensola sulla quale poggiava il grande arco d’ingresso. Sulla destra, scese le scalette, l’ingresso del refettorio e gli altri ambienti comuni.
 
Resti arco d’ingresso (Foto Nadia Poltronieri)
 
L’eremo è stato costruito nel XIII sec. nei pressi della tomba  del Santo, proprio in corrispondenza del luogo in cui S.Guglielmo, secondo la leggenda, sconfisse il drago. Nel 1600 passato sotto la cura dei frati appartenenti all’ordine degli Agostiniani, il complesso venne  ampliato  e mantenuto sino alla soppressione degli Ordini religiosi. Da lì l’inizio della sua decadenza.
 
Ruderi (Foto Nadia Poltronieri)
Qualche anno fa  la Soprintendenza archeologica ed Artistica ha scavato davanti al sagrato e in quello che rimane del chiostro cercando la Cripta. Ora la vegetazione sta ricrescendo e, ricoprendo buona parte della superficie muraria, avvolge simbolicamente il sito in un alone di mistero.
 
Interno (Foto Nadia Poltronieri)
 
Ci avviamo di nuovo in direzione di Castiglione della Pescaia e, scendendo il pendio, scrutando tra le fronde degli alberi, appare la Diaccia Botrona, l’area umida di fama internazionale  “rimanenza” del vecchio lago “Prile”. Sazi nello spirito ma non nel corpo, decidiamo di fermarci in un ristorante dove, davanti a piatti tipici della nostra terra, è stato ancor più dolce assaporare, ricordandoli, la bellezza dei luoghi appena visitati.
 
Contributo di Nadia Poltronieri per Maremmans