UN GIOIELLO A GROSSETO: LE CLARISSE E LA COLLEZIONE LUZZETTI

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12 Marzo 2013

Le Clarisse: Collezione Luzzetti

Una delle (poche) cose positive indotte dalla “pandemia” è stata la lentezza: il riappropriarsi del proprio tempo, ri-conoscere i nostri luoghi. Se avessimo avuto la possibilità di viaggiare, di vivere le mille cose che la quotidianità ci apparecchiava forse non avremmo pensato a visitare la Collezione Luzzetti al Polo Museale delle Clarisse a Grosseto. Il Convento di Santa Chiara, un sobrio fabbricato in mattoni quasi su piazza S. Francesco, viene edificato nella seconda metà del ‘500. I Medici avevano da pochi anni sconfitto Siena e conquistato il piccolo borgo di Grosseto; contro la minaccia dei Presidios spagnoli e dei pirati turchi serviva però un presidio militare per cui costruirono la cinta muraria che ancor oggi circonda il centro storico di Grosseto. Per la realizzazione di un bastione toccò abbattere un convento di suore ma, con gli stessi mattoni usati per le Mura – e all’interno di esse – costruirono il convento. Il monastero delle Clarisse prosperò per circa due secoli; alla sua soppressione, alla fine del ‘700, l’edificio fu destinato ad altri utilizzi e poi progressivamente abbandonato, fino al recente restauro dei primi anni 2000 e al suo utilizzo con finalità culturali. Oggi il Polo culturale Le Clarisse ospita 4 istituzioni culturali: la Collezione Gianfranco Luzzetti, lo spazio espositivo Clarisse Arte con biblioteca e mediateca, la Collezione Roberto Ferretti sulle tradizioni popolari della Maremma e il MuseoLab incentrato sulla storia di Grosseto e del suo territorio.

 

Le Clarisse, pozzo nel Chiostro

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Il Museo Collezione Gianfranco Luzzetti si trova al piano terra dell’edificio, attorno a un piccolo chiostro dominato da un bel pozzo, e nella adiacente Chiesa di Santa Chiara o dei Bigi.

Singolare personaggio Gianfranco Luzzetti: nato in Maremma nel minuscolo borgo di Giuncarico, poco più che ventenne approda a Milano passando da Grosseto e quindi da Roma e lì entra a contatto col mondo dell’arte e dei mercati antiquari. Decide di cambiare radicalmente professione e, da dipendente di una società petrolifera, diventa un antiquario di grande prestigio. Negli anni ’80 ritorna in Toscana, a Firenze, e nella sua residenza in un palazzo del ‘200 allestisce una galleria con la sua collezione di dipinti, sculture, maioliche e pezzi di arredamento, sempre accresciuta e impreziosita nel tempo.

In età matura e in assenza di eredi, forse temendo anche la dispersione della sua collezione, Luzzetti comincia a pensare ad un ritorno alle proprie origini e a considerare la Maremma come destinazione delle opere acquisite nel corso della sua intensa vita. Decide pertanto di donare a Grosseto parte della sua collezione e oggi quelle opere sono conservate nel Museo Collezione Luzzetti, inaugurato alla fine del 2019.

 

 

Gianfranco Luzzetti, olio su tela di Rocco Normanno

Accompagnati da Francesca, appassionata e competente guida, iniziamo la visita partendo da quello che è il nucleo centrale del Museo, una collezione di quadri preziosa testimonianza del barocco fiorentino; fra questi di particolare interesse la Madonna con Bambino di Rutilio Manetti, massimo esponente del “caravaggismo”, e il Sacrificio di Isacco dello Spadarino, uno dei più importanti seguaci di Caravaggio a Roma.

Rutilio Manetti – Madonna con Bambino

Spadarino – Il sacrificio di Isacco (particolare)

Attraverso una apertura recentemente recuperata si passa quindi nella Chiesa dei Bigi, unico esempio dell’arte barocca a Grosseto, con arredi antichi, sculture e mobili; ci colpisce sull’altare, una Pietà del Cigoli.

Ludovico Cardi (detto il Cigoli) – Pietà

Tornando nell’edificio del Convento, si passa dalla sala detta della Pittura del Quattrocento con un magnifico trittico ligneo con Madonna con Bambino, San Rocco e San Sebastiano attribuito al Maestro del Polittico De Carlo e una Madonna dell’Umiltà, tavola di Giovanni di Tano Fei, quindi alla sala del Giambologna col suo muscoloso Ercole con clava, ai dipinti firmati da Pier Dandini a cui è dedicata un’intera sala del museo, fino alla sala che ci mostra un pregevole falso d’autore di Dossena.

Maestro del Polittico De Carlo , Madonna con Bambino, San Rocco e San Sebastiano

Giovanni di Tano Fei, Madonna dell’Umiltà

Ma il clou della nosta visita – in mostra a Grosseto solo fino al 21 marzo – è il cosiddetto Tondo Luzzetti, una Madonna con Bambino, S. Giovannino e un Angelo. Acquistato da Luzzetti nel 1985 ad un’asta di Christie’s con attribuzione alla bottega del Botticelli, l’alta qualità di alcuni particolari rendono assai plausibile l’attribuzione del Tondo al Botticelli con parziali contributi della sua bottega. La nostra guida, tra le altre cose, ci sorprende raccontandoci come i tondi esistenti sono pochi e che avevano una funzione pratica: erano un “desco da parto”, vassoi per servire il cibo alle puerpere benestanti nei giorni successivi al parto; e per questo raffiguravano una maternità! Cercando di cancellare dalla mente l’immagine di un Botticelli imbrattato da macche di caffellatte o unto da grassi alimentari, ci soffermiamo sulla bellezza del volto della Vergine, delle sue mani, sulla dolcezza del bacio del bimbo …

L’opera in precedenza non è mai stata esposta al pubblico e anche per questo, e nonostante la sua collocazione discutibile, suscita emozioni profonde finanche ai non specialisti.

Sandro Botticelli: Il Tondo Luzzetti

Articolo di Nino Costa

Foto di: Lilia Sartucci, Nino Costa