È facile che chiunque nasca e viva in un determinato luogo lo consideri unico al mondo. Spero si possa perdonare chi scrive queste poche righe sull’Argentario, se tale è la sensazione che avrà il lettore.
Tuttavia, è vero: il promontorio dell’Argentario per le sue caratteristiche fisiche, morfologiche, paesaggistiche e geografiche è un luogo straordinario. È infatti un’isola, dalla costa spesso alta e scogliosa, nel centro del Tirreno “legata” all’Italia da tre istmi; peculiarità queste che ne hanno fatto la fortuna e la sfortuna nel corso della sua storia.
Innumerevoli sono le tracce rinvenute che confermano la presenza umana fin dalla Preistoria, ma le testimonianze oggi a noi più visibili restano sicuramente la tante costruzioni militari disseminate sulla costa o nel suo immediato entroterra. Forse già nell’età del Bronzo, ma sicuramente con i conti Aldobrandeschi, successivamente con la Repubblica di Siena e soprattutto con la Corona Spagnola (dal 1559) che nasce e si consolida un sistema difensivo costituito di torri costiere e fortezze, originale nella sua disposizione in un territorio così limitato.
Del resto c’era da difendersi contro i pirati: “Mamma li Turchi!” probabilmente si diceva anche da noi, ma, benché il primo circuito difensivo, soprattutto su Porto Ercole, lo iniziarono i senesi, doveva avere un’inflessione spagnola dato che fu la Spagna ad investire in maniera importante nel sistema difensivo.
Una volta ottenuto il territorio dei Reali Presidi di Toscana col trattato di Cateau Cambrésis, la Spagna vide bene di migliorare e integrare quanto costruito fino ad allora, completando un poderoso sistema difensivo, avamposto centrale nel Mar Tirreno contro i Saraceni. Dalla fine dello Stato dei Presidi (1559-1801), col passaggio alla Francia napoleonica, la difesa costiera del promontorio andò a perdere d’importanza e, salvo la costruzione di un moderno forte al Pozzarello nei primi anni del Regno d’Italia (1884-1888), le costruzioni militari cominciarono a ritagliarsi il ruolo di “patrimonio storico-paesaggistico” che hanno oggi.
Bibliografia: G. Della Monaca – D. Roselli – G. Tosi – Fortezze e Torri Costiere dell’Argentario, Giglio e Giannutri, Pitigliano 1996.
Articolo di Gian Luca Gozzo