Sorano. Visitiamo il Parco Città del Tufo

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Sorano è un paese situato nell’area orientale del Parco “città del tufo”, vicino a Castell’Azzara, Pitigliano, Manciano e Semproniano e chiamata anche la “Matera” della Toscana per le sue caratteristiche costruzioni arroccate sul tufo. Siamo nella Maremma Toscana, quella ricca di terme; qui le acque alla sorgente sono +37,5 °C di temperatura, acque termali magnesiocalciche.

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foto di Katia Signorini


Franco e Rossella ci sono arrivati seguendo un cartello, partendo da Pitigliano,  luogo dove hanno passato la notte e gran parte della mattina, il pranzo però si consuma in un luogo nuovo, un paese di cui conoscono solo il nome.
“Franco ho visto un locale sembra carino vediamo se è aperto”, Rossella, con un sorriso che Franco non può ignorare, indica una porta ma lui non capisce se è un ristorante.
Magia, non solo è un ristorante ma è anche aperto, ha soltanto due tavoli, la Signora ci prepara quello che vogliamo e davanti a noi una miriade di prodotti tipici: miele, marmellata, vini, aceto balsamico, libri sul territorio, pasta artigianale, insomma, Rossella fa anche la spesa.
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foto di Katia Signorini


E a chi tocca portare le borse piene di tantissime cose? soprattutto di vini, mi sono imposto, “siamo nella “Città del Tufo”quindi……”, in questo paesaggio aspro e selvaggio si assaporano il Bianco di Pitigliano d.o.c. oppure il Sovana rosso d.o.c..
Per i rossi è il Sangiovese il vitigno vincente, alla base del gusto dei vini maremmani, trasparente, cupo e intenso, solo la terra di Maremma gli dona il suo vero sapore.
La vie del borgo sono quasi deserte, ci soffermiamo ad osservare i particolari delle strade, dei negozi.
Una porta è aperta con la chiave nella toppa, in Maremma possiamo ancora trovare quella realtà: la casa è il Paese quindi, perché chiudere le porte? Dal tempo dei Medici qui è presente anche un ghetto ebreo, molto ben conservato, ha una porta d’ingresso con una lapide in ricordo degli abitanti morti ad Auschwitz.
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foto di Katia Signorini


 
Troviamo una sala, è aperta, come per salutare tutti i visitatori, alcune teche raccontano la storia ebrea, ci sono molti utensili utilizzati, bellissimi sopra un panno rosso .
Entriamo in una chiesa molto singolare, a due navate, “La Collegiata di San Niccolò”, le due navate non hanno la stessa dimensione, forse perché dovevano essere tre. Chiesa di origine romanica, anche se di romanico rimane solo la parte posteriore, ha forma di croce latina irregolare, ci sono stati molti restauri e ampliamenti, rimane sempre molto suggestiva, i luoghi di culto hanno un fascino particolare, il silenzio e l’attenzione sono d’obbligo, è come entrare in un’isola, “il Mondo è fuori”, regna il silenzio e la pace.
foto di Katia Signorini

foto di Katia Signorini


Salendo sul Masso Leopoldino, già noto come Rocca Vecchia, parte della struttura difensiva della città che comprende anche le Mura e la Fortezza Orsini, vedo i tetti immersi in una valle profonda e intatta, torna alla mia mente un sogno di bambino, poter camminare da un tetto all’altro correndo come un gatto, lì mi pare possibile, lì ritrovo il paesaggio sognato.
Altro monumento che non possiamo assolutamente trascurare è “Fortezza Orsini” domina tutto l’abitato, residenza padronale a Sorano dell’omonima famiglia che dominava la Valle.
foto di Katia Signorini

foto di Katia Signorini


Grazie a questo tipo di fortificazione Sorano fu salva dai vari tentatativi di conquista fino all’annessione dei territori al Granducato di Toscana.
Entriamo da una porta che originariamente era munita di ponte levatoio, struttura particolare con due livelli di cortili. Ci sediamo e lasciamo che la vastità del cortile riposi la nostra mente, sembra di vivere una realtà senza tempo, ora è solo presente.
Scendiamo da una via dove vediamo la parte purtroppo crollata del Paese, Sorano edificato su uno sperone di tufo ha subito negli anni diversi crolli per colpa dell’erosione delle acque.
Qui la natura prende il sopravvento, da questa strada si scende fino ad quello che ci pare un ruscello, il Fiume Lente, probabilmente, non vediamo nessun cartello, nonostante l’importanza delle caratteristiche geobotaniche di questo fiume, che ha caratteristiche uniche in Toscana, un bosco con alberi montani  e accanto la vegetazione mediterranea.
Da lì iniziano e arrivano dei percorsi, quelli delle vie cave, sono vie scavate dagli Etruschi nel tufo, bellissime da percorrere, qui si può fare trekking.
Il rumore dell’acqua limpida, l’assenza delle persone, sdraiarsi e guardare il cielo, quasi ci addormentiamo, poi stringo la mano di Rossella, lei mi guarda, mi sorride e le miei mani riescono solo a stringere, talvolta, il muschio che mi circonda.
Articolo di Katia Signorini per Maremmans