Una visita alle Biancane diventa un’esperienza multisensoriale: olfattiva per le esalazioni maleodoranti di idrogeno solforato (putizze) e un generalizzato odore di zolfo, e allo stesso tempo tattile, per il calore dei vapori caldi e dell’acqua bollente che scorga dal terreno, ma è anche un’esperienza uditiva per i sibili e gli sfiati che interrompono il naturale silenzio della zona, e visiva per la miriade di colori che la natura esibisce nel sito, dal bianco del gesso al verde della vegetazione che spunta nei posti più impensati, dal giallo delle cristallizzazioni di zolfo alla mille gradazioni di rosso delle mineralizzazioni metalliche. Da Monterotondo si raggiunge a piedi il “Lagone Cerchiaio”, sede delle sperimentazioni per l'estrazione di acido borico, con i vicini vecchi lavatoi dai mattoni ottagonali. A destra del Lagone Cerchiaio una stradina porta verso la vecchia centrale Enel; salendo si arriva invece su un piazzale dal quale si accede a un terrazzamento dove sgorga l’acqua ad alta temperatura della “Sorgente di Chiorba”. Da qui, seguendo il sentiero che si inerpica sul monte, in una sequenza di putizze, di mineralizzazioni multicolori, di soffioni boraciferi e di fumarole, si raggiunge la parte superiore del percorso dove la vista può arrivare a perdersi fino al mare.