Alla fine degli anni ’60 il mio carissimo amico, lo scultore Angelo Canevari, mi invitò a vedere la casa che aveva comprato al Bagnolo. Angelo si era innamorato di questi luoghi grazie ad un suo amico originario del Bagnolo, il pittore David Grazioso, che non faceva che raccontargli quanto fosse bello il suo paese, esortandolo a venire a vederlo.
Un’estate venni a vedere la casa di Angelo insieme a mia moglie e il posto ci piacque così tanto che già quell’anno ci fermammo tutta l’estate. Dopo qualche anno, acquistammo una legnaia con un ettaro di terra intorno, che successivamente ristrutturammo e ampliammo, su progetto di Angelo Canevari. Qui abbiamo sempre trascorso il Natale e il Capodanno insieme agli amici. Da qualche anno è diventata anche la casa delle vacanze estive.
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Santa Fiora, la Peschiera (Foto Grazia Tassi) |
I Toscani della Maremma sono quelli più simili ai Siciliani. Per entrambi, una volta che ti hanno conosciuto, diventi un vero amico.
Per me è difficile ambientare un racconto in un luogo diverso dalla Sicilia perché a me non interessa raccontare il viottolo che da qui porta lì, a me interessa raccontare i pensieri di chi su quel viottolo ci cammina e, per quanto io possa conoscere e amare le persone dell’Amiata, mi è comunque difficile immedesimarmi nel raccontare i loro pensieri.
No, Zingaretti non assomiglia per niente al Montalbano della mia fantasia.
Quando io ho scritto Montalbano avevo davanti agli occhi l’immagine di Pietro Germi nel film “Il pasticciaccio brutto di via Merulana” di Gadda, lo vedevo un po’ più basso ma con la faccia di Germi. Poi un volta l’ho visto di persona.
E’ stato quando un professore di filologia dell’Università di Cagliari, Giuseppe Marci, fece un corso universitario su Il birraio di Preston e mi disse: “Vuoi venire a Cagliari a chiudere il corso?” Era da tempo che volevo andare in Sardegna. Dissi: “Ma come facciamo a riconoscerci all’aeroporto?” E il professore rispose: “Non si preoccupi, avrò sotto braccio Il birraio di Preston”. Così arrivai all’aeroporto, scesi, e impietrii letteralmente perché mi trovai di fronte Montalbano così come lo avevo immaginato, con il mio libro sotto braccio.
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La vegetazione del Monte Amiata (Foto Luisa Rosini) |
Tutti questi mezzi di comunicazione io li trovo estremamente positivi, però io non li pratico perché sono troppo vecchio. Ma come si è aperta la comunicazione oggi fra gli individui è un fatto quasi miracoloso ed è sicuramente un fatto veramente positivo, checché se ne dica.
Io veramente credo che certi fatti che sono accaduti, la cosiddetta Primavera Libica o altro, sono potuti accadere solo per la possibilità di informazione che la gente comune ha potuto condividere.
Io infatti raccomando sempre a figli e nipoti di portarsi gli strumenti per scattare foto o girare filmati. Per esempio col G8 di Genova si è potuto contraddire la versione ufficiale dei fatti è un fatto attraverso le immagini riprese dalle persone comuni.
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Con Camilleri sull’Amiata (Foto Luisa Rosini) |