Guardo il mare e non mi basta mai.
Oggi l’acqua è così piatta che le barche, di cui scorgo solo la vela, sembrano essere preziosi oggetti di porcellana appoggiati in bella vista su una lastra di specchio. Come nelle vetrine di una volta.
Dietro, l’Elba si staglia decisa contro un cielo a tratti opaco a tratti chiarissimo. La giornata è quella tipica dell’autunno incipiente, quando le ore del pomeriggio si trascorrono volentieri nel bosco che, mentre si tinge di rosso e ocra, ci promette scorte di funghi e bacche di corbezzolo.
Mi addentro nella macchia ed i raggi di sole ottobrino filtrano determinati a rischiarare ampie radure tappezzate di ciclamini. La vista mi commuove.
La summa della Natura è tutta lì, davanti a me, in quella piccola porzione di terra che il mio sguardo riesce a cogliere nella sua interezza. La forza sicura del legno, la linfa vitale delle foglie, il profumo delicato dei fiori, il calore insistente del sole, la frescura dell’acqua di ruscello, il gusto di un porcino che spunta tra le foglie cadute.
Un Mondo intero in questa piccola parte di Mondo.
Risalgo la collina, il fiato si fa corto ma l’energia cresce, poco più su intravedo i castagni. Qualche riccio è rotolato fino ai miei piedi e mi offre generoso una castagna matura. In lontananza sento le voci dei raccoglitori che a sera porteranno i frutti in paese per setacciarli e preparare i sacchetti per il mercato. Salgo ancora e li supero, mi avvicino al paese.
Da Scarlino arriva il suono di una musica. C’è festa. Si mangia salsiccia e funghi e caldarroste – o frogiate come si dice qui – e si beve un vino eccellente, evoluzione moderna e sofisticata del tradizionale sangiovese del contadino.
Mentre il sole si accuccia torno a guardare il mare screziato di rosso, rosa e arancio, e non riesco a togliere lo sguardo.
di Anna Barberini