Una passeggiata a Saturnia alla scoperta dei suoi resti antichi

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Porta romana di Saturnia (Foto G.Ciolfi)

Oggi vi parliamo di Saturnia, il paesino di origini antichissime legato alle famose fonti termali in Maremma.
L’area dove sorge fu scelta fin dall’epoca protostorica come sede di un villaggio per la rilevante posizione strategica della rupe: un tavolato di travertino sopraelevato, difeso da precipizi naturali e da due corsi d’acqua, l’Albegna e la Stellata, che lo circondano.
La prima importante civiltà che si insediò nell’area di Saturnia fu quella villanoviana.
Risalgono a questo periodo, X-IX sec.a.C., le prime testimonianze di vita intorno a Saturnia, esposte nel locale Museo archeologico di Saturnia.

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Reperti periodo villanoviano nel Museo Archeologico di Saturnia (Foto G.Ciolfi)

Gli Etruschi popolarono questo territorio per ben cinque secoli, dall’VIII sec. a.C. fino all’occupazione romana (280 a.C.).
Essi chiamarono questo villaggio Aurinia, come ci dice lo storico romano Plinio:
“Saturnini qui ante Aurini vocabantur”
La testimonianza più importante rimasta di questo periodo è la necropoli del Puntone.
Si tratta di tombe del VII sec. a. C. e proprio per questo molto diverse da quelle di Sovana o di Tarquinia, che risalgono ad un periodo posteriore.

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Tomba nella necropoli del Puntone (Foto G.Ciolfi)

Caduta Vulci (280 a. C.), anche Saturnia entrò sotto l’influenza di Roma, che nel 183 a. C. vi impiantò una colonia e fu elevata al rango di prefettura.
La città cambiò volto e divenne importante, come testimoniano i numerosi reperti archeologici ancora oggi presenti in paese, come la “porta romana” con il suo bell’arco, che segnava l’ingresso per coloro che provenivano da Roma attraverso la via Clodia.
Un tratto di basolato è ancora oggi ben visibile e, guardando attentamente, si possono scorgere su alcuni basoli le tracce dei carri che vi passavano.
Questa via collegava Saturnia con i principali centri dell’epoca, come Vulci e Roselle.
Un’altra testimonianza dell’epoca è il “bagno secco”: una grande vasca quadrata delimitata da muri costruiti in “opus reticolatum”.

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Resti del bagno secco (Foto G.Ciolfi)

Probabilmente si tratta di una cisterna per l’accumulo dell’acqua.
Recentemente, in seguito al rifacimento della piazza principale, è venuto alla luce un complesso termale con un bellissimo mosaico raffigurante due delfini.
Lo scavo è stato ricoperto ma se ne possono intuire le proporzioni dalle file di pietre scure che ne delimitano il perimetro, proprio all’altezza del ristorante vicino.
Il mosaico è in restauro.
Nella piazza, oltre ai due cippi con iscrizioni latine, si possono ammirare anche diversi altri reperti di tombe provenienti dalle campagne circostanti.
Da non perdere anche la parte medievale!
Contributo di Giuliano Ciolfi per Maremmans