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Chi è iscritto al C.A.I.– Club Alpino Italiano, ha ormai sperimentato numerosi percorsi nella terra maremmana e non solo, legati all’esperienza di gruppo, all’amore per la natura, alla scoperta e allo svago; percorsi a volte impegnativi, altri facilmente abbordabili anche per chi non è esperto, comunque nel solco di una tradizione che permette di far conoscere e vivere da vicino la bellezza delle nostre zone. 
 
Mi viene in mente il sentiero che parte da Baratti per arrivare a Piombino, o quello che attraversa il Parco della Maremma, entrambi percorsi lo scorso anno.
 
Domenica 12 gennaio la Sottosezione C.A.I. di Massa Marittima ha organizzato un trekking adatto per essere offerto ai molti turisti che amano questo tipo di esperienza: la scoperta a piedi di un territorio.
Si tratta di un percorso ad anello con questi punti di riferimento: Troscione  – Torrente Mersino –  Fonte a Canale – Poggione.
 
il percorso (Foto Costanza Soprana)
 
La partenza è fissata dalla Capanna sociale “Il Troscione” alle ore 9.30; seguiamo poi il sentiero segnato di raccordo con il 30°, quindi proseguiamo in direzione nord per 300m e successivamente deviamo per la poderale in direzione est. Il percorso è affascinante, tra boschi e prati silenziosi, viene da pensare alla bellezza di ripeterlo con i colori freschi della primavera o tra i rossi e i gialli autunnali, alla caccia di funghi. 
 
Partiti! (Foto Costanza Soprana)
 
Proseguiamo superando i poderi Campochinandoli, Labirinto e i ruderi Vincenzini, sempre con ottima visuale sul Poggione di Prata.  Continuiamo in progressiva discesa addentrandoci in un castagneto in corrispondenza del Poggiaccio, fino ad arrivare nella gola del Mersino, che guadiamo utilizzando un ponticello di legno: quasi ci sembra di essere diventati esploratori a tutti gli effetti! 
 
Lungo il percorso (Foto Costanza Soprana)
 
Costeggiamo per poche decine di metri il Fosso delle Tofanacce e poi lo superiamo usando un secondo ponticello di legno. I colori dei fossi sono sorprendenti, con il giallo intenso di una vena di minerali messa a nudo dall’acqua, e le felci verdissime che fanno da cornice.
 
I colori dei fossi (Foto Costanza Soprana)
 
Da qui proseguiamo in ascensione libera nel castagneto fino a incontrare i ruderi di un essiccatoio, utilizzato per parecchi secoli per la conservazione delle castagne.
Seguendo una traccia di sentiero, risaliamo progressivamente fra i castagni la zona conosciuta come “Le Fate” e arriviamo ad un altro complesso di vecchi ruderi, dove troviamo una sorgente e una piccola caverna, un vero paradiso per gli ungulati della zona. Nel bosco, le piante attorno si notano per le magnifiche bacche rosse.
 
Attraversiamo un fosso e ci immettiamo in una vecchia strada forestale che ci porta alla confluenza con la poderale proveniente da Prata. Raggiungiamo la Casa Rosa (Fonte al Castagno) e proseguiamo risalendo fino alla Casetta Pollona.
Per chi viene qua per la prima volta, è sorprendente trovare tanti poderi (alcuni abbandonati ma tutti gli altri ristrutturati e abitati) sparsi tra i boschi, in una zona dove le strade sono bianche e poco frequentate.
Poderi nel bosco (Foto Costanza Soprana)
In corrispondenza di uno spiazzo prendiamo il sentiero a nord, fino a raggiungere la Fonte a Canale. Immediatamente dopo la fonte, prendiamo la traccia di sentiero sulla sinistra che risale decisamente a mezzacosta il versante orientale del Poggione, aggirandolo fino al versante nord: qui saliamo liberamente, guadagnando la vetta del Poggione (916m). Che spettacolo! Una visuale a 360° che arriva alle Isole dell’Arcipelago, alle Apuane, a Siena, a chissà dove…
 
Vista dalla vetta (Foto Costanza Soprana)
 
Dalla vetta, scendiamo liberamente nel bosco rado in direzione nord-nordovest, manteniamo la sinistra per raggiungere un fosso, quindi sempre in discesa incrociamo due carbonaie fino alla confluenza con il sentiero segnato n°30. Rientriamo dunque al Troscione passando per la strada forestale.
 
Che dire? Un’esperienza da ripetere, e da segnalare a chi intendearricchire di nuove offerte i visitatori della nostra Maremma.
 
Contributo di Costanza Soprana per Maremmans