Scoprire Castell'Azzara

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L’ultima frontiera a Est della Maremma Toscana, posta a 815 mt s.l.m., è il comune più elevato di tutta la provincia di Grosseto.
Il centro storico sorse tra l’XI e il XII secolo come dominio della famiglia Aldobrandeschi.

Castell'Azzara_Panorama2

Castell’Azzara, fonte Wikipedia


Il nome Castell’Azzara fu deciso dai tre fratelli, dopo che si disputarono a dadi l’edificazione del forte; a ricordarcelo tutt’oggi c’è lo stemma del comune: un castello con tre torri sormontate dai dadi da gioco.
Conosciuta sin dai tempi degli etruschi per le sue miniere di cinabro, ha visto il suo apice durante la prima metà del ‘900 grazie all’industria estrattiva del mercurio in cui trovarono impiego migliaia di minatori.
Con la chiusura delle miniere, negli anni ’70 il paese è andato incontro ad un lento ed inesorabile spopolamento, tanto che ora conta poco più di 1500 abitanti, conosciuti nel territorio col nomignolo di Orsi, perché quasi reclusi su una montagna posta fuori dalle rotte turistiche e commerciali.
Il turista che approda in questo luogo potrà godere di un paese che è una terrazza naturale dove lo sguardo si perde dalla Val D’Orcia, al lago di Bolsena e il Viterbese; la catena del Gran Sasso fa da skyline  a est, mentre a ovest si spazia su tutta la maremma, sino all’argentario e, nelle giornate terse, a scorgere l’isola d’Elba e la Corsica.
La composizione carsica del suolo ci dona anche un percorso sotterraneo fatto di grotte (di particolare interesse la grotta del Sassocolato per la presenza di diverse specie di chirotteri) ed antri visitabili contattando la Proloco.
Per gli amanti della storia vi sono da visitare rocche medievali e la villa Sforzesca, una residenza tardo cinquecentesca degli Sforza, oggi sede di importanti mostre ed eventi sopratutto estivi; mentre i buongustai troveranno piacere nell’assaporare i tartufi del luogo, grazie alla presenza dell’Associazione Tartufai dell’Amiata, ed i piatti della tradizione, dai tortelli, all’acquacotta, al buglione di cinghiale e ai tipici dolci di Castell’Azzara, i topi e i taglioli. I golosi di formaggio trovano    nei due caseifici locali“pane per i loro denti”; si tratta di caseifici a conduzione familiare che nel negozio aziendale chiudono la filiera: dai pascoli alla trasformazione e vendita del genuino latte di pecora in tutte le sue forme, gioncate, ravaggioli, caciotte, ricotte e pecorini a diversi stadi di stagionatura. Grandi e bambini potranno invece sperimentare il gusto di fare il cacio, e non solo, nelle fattorie didattiche; potranno persino trovare il pastore-poeta del paese che accompagna l’esperienza con storie contadine, filastrocche e leggende toscane. E, perché no, si potrà trovare anche ristoro  nell’accogliente ristorantino nel centro storico del paese, gestito da una simpaticissima famiglia austriaca che qui ha trovato il luogo ideale per vivere, o nei vari agriturismi del territorio.
Villa_Sforzesca_Castell'Azzara_(GR)

Villa Sforzesca, Castell’Azzarra. Fonte Wikipedia


Questo e tanto altro potrei aggiungere di questo magico territorio e dei suoi particolari abitanti che hanno mille storie da raccontare, fatte di vita in miniera ma anche di un profondo contatto con la natura; frammenti d’anime e di luoghi che invito tutti a venire a conoscere da vicino per goderne con la vista, per odorare e per gustare, per capire come una milanese possa essersi innamorata di un luogo ancora oggi sconosciuto ai più.
Articolo di Katia Tarricone per #Maremmans