Rocchette di Fazio, alla scoperta dei Templari in Maremma

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Il borgo di Rocchette di Fazio (Foto Rita Marzano)

Il minuscolo paese medievale di Rocchette di Fazio è abbarbicato su un roccione a picco sulla valle dell’Albegna.
Visto dal fiume, sembra il castello del Mago buono delle favole.
La posizione parrebbe militarmente sicura; invece ha avuto una storia travagliata, piena di contese, passando dagli Aldobrandeschi a Orvieto, a Siena, a Pitigliano.
Fu quasi completamente distrutto sotto gli zoccoli dei cavalli di Carlo V, in un momento in cui imperversava pure la peste; alla caduta di Siena passò ai Medici e al Granducato di Toscana.
Il paese, seppur così piccolo, riuscì a sopravvivere alla bellicosità di quel periodo. Sembra debba il suo nome a Fazio Cacciaconti, che ne entrò in possesso per parte di madre.
La piccola e armoniosa piazza, che accoglie quanti decidano di venire a scoprire le deliziose architetture delle casette in pietra di questo paese, porta il suo nome.
Di Fazio Cacciaconti si dice fosse un cavaliere templare e che abbia sepolto qui, da qualche parte, il tesoro dell’Ordine!
Rimandi più o meno leggendari ai Cavalieri Templari sono frequentissimi qui.
D’altra parte, a Rocchette ci sono stati i Cistercensi, che accolsero molti Templari in fuga dall’Inquisizione.
Salendo per la “Scala dei Templari”, (appunto!) si raggiungono i resti della Rocca Aldobrandesca, distrutta dalle truppe di Carlo V nel 1536.
Da quassù si gode un panorama fantastico sulla Valle dell’Albegna.
Se ne vede parte del corso, comprese le “Strette”, cioè il punto in cui le rive del fiume sono vicinissime tra loro. Si può poi scendere le ripide scale per ammirare l’asimmetria del portale della Pieve di Santa Cristina (XIII secolo): stranamente, rispetto al rosone centrale, il portale è tutto spostato a sinistra.
E anche la Pieve ha la sua leggenda templare: nell’antica cripta sarebbe sepolto un cavaliere, insieme al suo cavallo e alla sua spada!
Ancora più in basso, si trova l’Ospedale di San Tommaso, costruito nel XIII secolo, fuori dalle mura -che la sera venivano chiuse- in modo da dare rifugio ai pellegrini che arrivassero nottetempo.
Sul lato dell’ingresso si notano l’Agnello Divino, la croce di Malta, delle iscrizioni. Ho provato tante volte a decifrarle, ma senza successo! Secondo alcuni il testo di una reciterebbe: M Ch Tep Spo, cioè Militia Christi Templi Sancto Sepulcro, ma si vedono solo alcune lettere.
Sulla facciata laterale, rivolto in direzione della Via Francigena, è incastonato un volto in pietra: forse di S. Tommaso, forse di un monaco posto a sorvegliare la strada per la Terra Santa, forse di Baphomet. Baphomet (o Bafometto), a seconda della radice da cui si fa derivare, rappresentava il Padre della Conoscenza, oppure – secondo le accuse dell’Inquisitore – un idolo pagano al quale i Templari erano peccaminosamente devoti.
Passeggiare tra queste stradine, in cui le case in pietra si litigano lo spazio con la roccia, è un salto nel tempo, sia per per le architetture, sia per la forte presenza del paesaggio.
Di tanta bellezza e armonia, quasi una scena teatrale di una piece storica, partecipano quotidianamente i venti abitanti di Rocchette, che accolgono con piacere i visitatori, facendosi sull’uscio per scambiare quattro chiacchiere. In qualunque periodo dell’anno, il fascino di questo posto è incredibile!
D’inverno il freddo e il vento battente lo rendono stregato; nella buona stagione, le rondini che si chiamano rincorrendosi in cerchio sui tetti lo rendono poetico.
L’emozione di una passeggiata a Rocchette di Fazio è di quelle che rimangono a lungo nella mente.
Contributo di Rita per Maremmans