Focaccia salata di Pasqua

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Si avvicina la fine della quaresima. Vado a fare la spesa al supermercato e devo fare lo slalom col carrello fra le i piramidi di colombe e uova di Pasqua. Le papille sono stimolate, la salivazione aumenta, allora mi chiedo se è il caso di aspettare o no. “Forse mangiarne un po’ prima del giorno canonico, non è un reato grave” penso, e sorrido mentre afferro la colomba e la calo nel carrello vicino al pacco dello zucchero. Tornata a casa ripongo ogni cosa nella dispensa e mentre le cerco uno spazio nel ripiano più alto per rendere più scomodo riprenderla, la mente vola verso altri luoghi e altri tempi.

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Foto Paola Palombi


Rivedo la mamma camminare lungo una stretta via in direzione del forno, con la lunga teglia nera sulla testa, in equilibrio su un canovaccio arrotolato a forma di ciambella. Era una teglia in ferro piena delle tradizionali focacce di Pasqua. Non solo quelle dolci, c’era anche la focaccia di ricotta salata che non poteva mancare sulla tavola in quella mattina speciale. Speciale, perché tutta la famiglia si riuniva per la colazione, la tavola era coperta da una tovaglia bianca, apparecchiata con il “servizio buono” e circondata dall’allegria di noi ragazzi.
La colazione iniziava con l’uovo lesso, il capocollo e la focaccia salata che sostituiva il pane. I cibi erano stati portati in chiesa per la benedizione nel giorno del Sabato santo. E insieme ai cibi la benedizione, col suo augurio di pace, arrivava sulla tavola delle famiglie.
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Foto Paola Palombi


E’ un ricordo lontano ma molto vivo. Guardo l’orologio e mi accorgo che è ancora presto. Decido di andare a trovare una cugina, quella che conserva ancora tutte le ricette tradizionali. Chissà se ha anche quella della focaccia salata… Esco e comincio la mia ricerca.
E’ meno semplice di quanto pensassi, lei non ce l’ha, cerco fra parenti e amici non più giovani, ma ormai tutti preferiscono acquistarle al forno. Lo so che sono ottime ma io non demordo perché voglio la ricetta casalinga. Finalmente la trovo: è della madre di una mia amica che, a sua volta, l’ha ricevuta dalla suocera. Non nascondo la mia soddisfazione mentre la scarabocchio sul foglio a quadretti di un piccolo blocco notes.
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Foto Paola Palombi


Non so come verranno, ma ci provo. Ecco il risultato.
Cosa ho fatto: ho sciolto un panetto e mezzo di lievito di birra in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Ho ammorbidito con una forchetta mezzo chilo di ricotta e spolverato sopra un po’ di cannella. Ho formato una fontana con 600 grammi di farina e ho rotto 3 uova, le ho sbattute con un pizzico di sale fino e un pizzico di pepe nero.
Ci ho aggiunto la ricotta, poi ho aggiunto l’acqua col lievito e impastato; ho formato una palla morbida ( la consistenza di quando si fa la pizza) e l’ho lasciata lievitare per almeno due ore. Poi l’ho divisa in 6 panetti, su cui ho fatto piccoli tagli orizzontali e poi verticali e ho spennellato con l’uovo sbattuto per la doratura. Ho portato il forno a 180° e li ho infornati per circa mezz’ora. L’aspetto è migliorabile, sul gusto non ho dubbi: sicuramente ottimo!
Articolo di Paola Palombi