L'Olivo della Strega

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La Maremma, terra di oliveti e vigneti, vanta la presenza di due dei più antichi esemplari di olivo della Toscana.
Uno è  l’Olivone di Semproniano, l’altro è l’Olivo della Strega di Magliano in Toscana.
Dall’alto dei suoi 3000 – 3500 anni di esistenza e 8 metri e mezzo di circonferenza del tronco, l’Olivo della Strega domina per anzianità sugli altri del medesimo oliveto a pochi metri dalla chiesa della Santissima Annunziata, in Magliano in Toscana.

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Foto Giacomo Fè


Nel raggio di poche centinaia di metri si trovano altre splendide piante millenarie, quali l’olivo del Sasso e l’olivo Cavo, entrambi censiti fra gli alberi monumentali della Toscana, ma l’olivo della Strega è senza dubbio il più vecchio.
Anche qui aleggia un alone di mistero e di leggenda
Si dice infatti che sotto le sue fronde si tenessero i riti di Auguri ed Aruspici e i sabba di Streghe e Stregoni.
Proprio al termine di uno di questi riti, il tronco dell’olivo avrebbe assunto le mostruose sembianze che lo contraddistinguono e una delle fattucchiere si sarebbe trasformata in un gatto.
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Foto Giacomo Fè


Il nome di Olivo della Strega è dovuto ad alcune figure che si potevano intravedere, particolarmente in certe ore del giorno, sul tronco e sui rami. Fino agli anni ‘40 si potevano distinguere, su un ramo centrale la faccia di uomo o di una vecchia e la figura di un grosso gatto. Di queste immagini pare esistano anche delle foto.
La storia parla invece delle sue misure eccezionali: pare che nel 1839 il suo pedale avesse una circonferenza di 30 piedi  e nel 1844 avesse una circonferenza di 10 metri e un diametro di metri 2.60.
Nel XX secolo, la sua mole era tale che poteva ospitare fra i suoi rami tutto il corpo bandistico del paese, ben 40 orchestrali con relativi ottoni ed il maestro.
Storia o leggenda, la natura ci regala sempre qualcosa di cui stupirci.
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Foto Giacomo Fè