Che bella invenzione!

Invadere una fortezza si può!
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La mia Maremma
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Scritta Giardino dei Tarocchi (Foto di S.Pruneti)

E’ Sì! L’autore o l’autrice di questa bella opera terrestre che si chiama “Maremma” potrebbe rivendicare un “copyright” di tutto rispetto! Ma perché si parla tanto della “Maremma”, se ne deve parlare?
Perché sì parlerà sempre di più di questo bell’esempio del fatto che certe cose persistono negli anni e vantano tante, tante preziose risorse? E perché è bene stare attenti quando si va a spasso per questo strano e vario pezzetto di Italia?
Bene, incomincio a chiedermelo sul serio, perché il fine promozionale, commerciale, “punto e basta” non mi piace o meglio non mi piace più. Ognuno di noi sa che gli elementi che fanno leggere le cose che ci stanno intorno e ci accadono segnando la nostra persona, il nostro pensiero e il nostro giudizio sulle cose, sono tantissime.
E’ molto interessante in tal senso quello che chiede l’autrice, ideatrice del “Giardino dei Tarocchi” – Niki de Saint Phalle, ai visitatori di questo suggestivo Parco. Richiama l’attenzione sulla possibilità di scoprire le infinite sollecitazioni che le sue opere generano in modo naturale, autentico, libero e in parte privo di condizionamenti conoscitivi di qualche genere.
Le visite guidate, anche da indottrinatissimi esperti, non sembrano adatte per l’esperienza di scoperta che lei ci chiede, forse perché la singolarità delle sue sculture e strutture: scenografiche, coloratissime, certamente misteriose e complesse, sembrano slegate dal contesto paesaggistico in cui sono collocate.
La natura intorno è semplice, poco scoppiettante ed esplosiva, anzi sembra umile e servile nei confronti di queste opere che s’impongono invece, con assoluta baldanza e padronanza del loro essere e del loro significato…Sta al visitatore scoprirlo però, adattandolo e cucendoselo addosso in base alle proprie, intime preferenze, conoscenze ed emozioni! Gran bella idea e prezioso suggerimento per rendere una visita ancora più profondamente vissuta.
Gli specchi, le mattonelle, i ferri, gli strumenti vari, che alternandosi e combinandosi, compongono curve e generano metri cubi di strane strutture possono proiettarci con forza nel paesaggio circostante, verso tutto ciò che esso possiede, in particolare la sua semplice armonia e i suoi naturalissimi colori, senza combinazioni cromatiche studiate e sperimentate.
E’ così! La Maremma “serve”, nel senso che può essere “a servizio” modesto e umile di qualcuno geniale e provocatore; ma talvolta, in taluni angoli, è anche prudentemente servita e rispettata, curata e custodita. Questo avviene per esempio, ma solo per citare un paio di cose, nella “Riserva del Lago di Burano”, a Orbetello, dove la biodiversità esistente e le numerosissime ricchezze floristiche e faunistiche suscitano interesse e attenzione anche da molto lontano.
Non si potrebbe non proteggere, non sorvegliare e in un certo senso “servire” questo dono che la natura ci ha fatto!

Maremma Toscana (Foto di S.Pruneti)

Lo stesso accade con l’“Oasi della Laguna di Orbetello”, dove una grande risorsa: l’ “Acqua”, diciamo pure carattere sostanziale e in parte distintivo nell’immaginario della “Maremma”, è riproposta e trattata in modo singolare, utile davvero esemplare.
Qui le particolari condizioni del territorio ci chiedono e allo stesso tempo ci offrono, modi ragionevoli di combinare i prodotti, i servizi a fini turistici, di utilità e indubbia sostenibilità. Personalmente dopo aver soddisfatto il desiderio di vedere i Tramonti sui Mari del Baltico, e nelle Coste estreme dell’Islanda, quelli nel Sud del Mediterraneo, nelle isole africane, dopo aver visto Città imperiali e musei d’arte, mestieri, pittura, gastronomia ecc. in giro per l’Europa e aver conosciuto “genti”, capisco che nella Terra di Maremma c’è qualcosa che va oltre qualsiasi interpretazione.
Questo forse perché possiede tanti misteri, tanti segreti, tante cose che ci deve ancora raccontare e che ci darà. Non è facile capirla e scoprirla, non è facile saperne fare buon uso e prenderne le cose che più ci soddisfano. E quindi è così che il desiderio, più o meno latente in ognuno di noi, di andare “oltre”, qui viene provocato più che altrove, stuzzicato e forse anche, prima o poi eccezionalmente adempiuto. Così … un appassionato ornitologo dopo pazienti sedute di avvistamento vedrà avvicinarsi la specie di cui è innamorato e l’amante archeologo troverà qualcosa qui di totalmente inaspettato, così come un esperto enologo finalmente avrà l’annata eccezionale del vino che lo fa estasiare. Si potrebbe continuare quasi fino all’infinito dati anche i “saperi”, le arti e i mestieri recenti o secolari che caratterizzano la Terra di Maremma, le sue genti e le loro esperienze.
La domanda ricorrente nella sua conoscenza potrebbe essere: “Ma, dobbiamo servirla” oppure “possiamo servircene”? Eppure, al di là di ogni dilemma in proposito ci si può consolare, perché qualche certezza la nostra Terra la possiede di sicuro.
Basti pensare a come le radici di un antichissimo vegetale, ostinato nel suo desiderio di stare al mondo e di “dire la sua”, diventano con magia, sorpresa, emozione e armonia un insieme infinito di rami e foglie affacciati nella luce del giorno, nei silenzi della notte, alle intemperie della vita, sulla finestra della casa che l’ha generosamente ospitato!
Contributo di Silvia per Maremmans