Aspetti identificativi del paesaggio in Maremma: il paesaggio rurale

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Il paesaggio è una parte di territorio, i suoi monti, i suoi fiumi, le sue pianure, la linea di costa: il paesaggio è dunque Geografia! Ma il paesaggio in un ambiente trasformato racconta le vicende umane a cui ha fatto da sfondo e dalle quali è stato modellato, narra il nostro passato, l’esistenza di una comunità: il paesaggio è perciò Storia!
Quando la Storia si salda con la Geografia, divenuta la scena nella quale si sono realizzate le trasformazioni che hanno portato al presente di una popolazione, il paesaggio smette di essere “la bella veduta” da valutare attraverso la percezione estetica, per diventare elemento identificativo della comunità.
 

foto Bruna Di Stefano

foto Bruna Di Stefano


 
In grandi linee, gli elementi naturali e le trasformazioni che hanno determinato il paesaggio maremmano per come percepito oggi, definendone i caratteri identitari, sono stati:

  • La stretta relazione mare/terra e la bonifica idraulica;
  • La costituzione del latifondo e la successiva riforma agraria;
  • L’anomalia geochimica che ha portato la Maremma (e dintorni) ad essere, fino ad un recentissimo passato, terra di estrazione mineraria.

 
L’interrelazione terra/mare, peculiare del territorio al punto da determinarne l’uso del toponimo Marittimo con significato assolutamente inusuale e, addirittura, la denominazione Maremma, è stata analizzata in precedenza (vedi blog Maremmans: Maremma: le radici di un paesaggio attraverso le trasformazioni del territorio – maggio 2014).
E così come le attività umane legate alle bonifiche idrauliche hanno modificato il paesaggio maremmano, le trasformazioni dell’assetto sociale ed economico in Maremma hanno plasmato il paesaggio rurale.
Nel Medioevo la struttura del paesaggio rurale e dell’insediamento umano in Maremma si fondava sul binomio castello/contado; essa era decisa dai tempi di percorrenza a piedi e dalla durata delle giornate di lavoro, per cui attorno al borgo murato si sviluppavano dapprima  le colture intensive (orti e colture arboree), quindi i seminativi cadenzati da querce e delimitati da siepi e, più distanti, i boschi.
Gli assetti dell’impianto medioevale sono oggi visibili nei centri murati (in pianura limitati ai centri murati di Paganico e Orbetello e alla città di Grosseto) integrati con mosaici agrari complessi, estese superfici boscate in prossimità degli abitati, su cui talvolta gravavano diritti di “uso civico”, e le folte siepi alberate dei “campi chiusi”.
 

foto Nino Costa

foto Nino Costa


 
Dal Medioevo il paesaggio rurale maremmano ha vissuto tre grandi cambiamenti che hanno profondamento inciso sugli assetti sociali, economici ed ambientali del territorio e, quindi, sul paesaggio: La Dogana dei Paschi,  l’appoderamento otto-novecentesco e la Riforma agraria dell’Ente Maremma.
 
La Dogana dei Paschi:  tra il XIV ed i XV secolo Siena impose una sorta di affitto di tutte le risorse di pascolo sia per il bestiame brado che per quello transumante; questo portò da una parte all’abbandono dei terreni con conseguente dissesto dei suoli e spopolamento dei villaggi, soprattutto in pianura, e dall’altra al rafforzamento del sistema castello/contado, alla formalizzazione del sistema dei campi chiusi con l’istituzione delle Bandite e a forme di latifondo mezzadrile con unità poderali molto grandi.
 
foto Claudia Lubrani

foto Claudia Lubrani


 
Con la fase dell’Appoderamento otto-novecentesco si realizzano le prime forme di appoderamento mezzadrile secondo il sistema di fattoria.
La pianura costiera è scandita dai canali di bonifica e la maglia poderale assume un ordine geometrico, con seminativi rettangolari delimitati da siepi, in cui la presenza di alberi isolati costituisce l’unica dotazione vegetazionale di elementi verticali, a meno dei filari a pino e cipresso lungo i viali di accesso alle fattorie storiche (la Badiola, la tenuta granducale di Alberese, ecc.).
 
foto Maremmans

foto Maremmans


 
La collina è caratterizzata invece dalla presenza di colture alberate (oliveti e vigneti) e di bosco alternato a seminativi e/o prati-pascoli generalmente organizzato nella maglia dei “campi chiusi” o dei “prati pascoli con alberi isolati e a gruppi”. Il sistema di fattoria consente alla grande proprietà di strutturare i centri economico-amministrativi dei loro possessi  all’interno dell’antica maglia castellana (ad es. i castelli/fattoria di Porrona, Castiglioncello Bandini, Triana, Montepò, Marsiliana, ecc.).
 
foto Marco De Carolis

foto Marco De Carolis


 
La Riforma agraria dell’Ente Maremma degli anni ’50 del XX secolo  completa, attraverso la colonizzazione del territorio, l’opera di bonifica: con essa si espropriano più di 100.000 ettari a oltre 600 proprietari per distribuirli a 9000 assegnatari. In collina vengono incentivati impianti di oliveti ed introdotto l’allevamento in stalla.
Gli assetti della riforma agraria sono visibili per lo più in pianura con il sistema insediativo basato su fabbricati allineati lungo le strade e avvicinati ai confini comuni dei fondi in modo che risultino a gruppi di due, tre o quattro poderi ed una viabilità strutturata secondo una maglia geometrica quasi ortogonale di strade poderali ed interpoderali, come ben visibile dall’ortofoto relativa alla piana di Grosseto.
 
mappa territorio maremma toscana

Mosaico dell’appoderamento dell’Ente Maremma lungo la direttrice Grosseto-mare


Nascono borghi come Rispecia, Santa Rita, Marsiliana, Borgo Carige, costituenti veri centri di servizi per le aree di nuova colonizzazione per la presenza di asili, scuole, centri sociali, chiese, assistenza meccanica, magazzini e luoghi di trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
L’attuale paesaggio rurale maremmano è la risultante di quei cambiamenti, in particolare dell’appoderamento otto-novecentesco nei rilievi e nelle pianure di antica bonifica e dell’appoderamento dell’Ente Maremma nei terreni alluvionali della bonifica del ‘900.
Foto Michele Guerrini

Foto Michele Guerrini


 
I caratteri identitari del paesaggio risultanti sono:

  • Le città arroccate, circondate da prossimo da orti, oliveti e piccole vigne e, più lontano, da estese superfici boscate;
  • il sistema dei campi chiusi, le folte siepi alberate, i vecchi impianti di oliveto;
  • gli incolti e le coltivazioni estensive a cereali, oleaginose e pascolo;
  • i cavalli e le mucche dalle lunghe corna;
  • la fitta macchia mediterranea.
Foto Roberta Sabatini

Foto Roberta Sabatini


 
Tuttavia, le trasformazioni in atto negli ultimi anni nel territorio aperto stanno già modificando il paesaggio rurale.
L’impianto di nuovi vigneti e l’espansione delle attività vitivinicole hanno già prodotto cambiamenti del paesaggio di per sé, con la sostituzione dei tradizionali impianti ad olivo e degli ordinamenti preesistenti; inoltre, soprattutto nei casi di grandi aziende con grandi estensioni, hanno introdotto nel tradizionalmente selvaggio panorama maremmano elementi di “semplificazione”, con la scomparsa dei filari di siepi alberate e dei campi chiusi, e di  “ordine” attraverso la riqualificazione della tradizionale edilizia rurale in tipologie di fabbricati non esistenti prima, la realizzazione di cantine spesso disegnate da architetti importanti, l’ordinato impianto dei filari.
 
foto Nino Costa

foto Nino Costa


Anche l’espansione dell’insediamento in campagna ai fini residenziali (non solo fatto di seconde case ma derivante anche da scelte di una miglior qualità della vita), lo sviluppo del turismo rurale e la mutazione che sta vivendo l’agriturismo, dalla semplice ospitalità in campagna verso un’offerta da veri e propri resort, sta portando ad una generalizzata evoluzione dell’assetto residenziale esistente con trasformazione dei poderi in ville, dei resedi in giardini, degli annessi in centri benessere.
Il Paesaggio, come la Storia, non è fermo. La scommessa è farlo evolvere verso il Bello!
Testo di Nino Costa