Il bacio di Giove e Venere in Maremma

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Vi è mai capitato di svegliarvi con un motivetto musicale o magari con una frase che incessantemente risuona nella vostra testa? E’ proprio quello che mi è successo il 30 giugno!

We are such stuff as dreams are made on

Complice mio fratello Paolo che per augurarmi il buongiorno mi manda su whatsapp questo messaggio alle 8,25 del mattino.  La frase rimane dentro di me tutto il giorno, ogni tanto si riaffaccia, mi sorride e si nasconde, silenziosa aspetta. Oggi è il mio giorno libero, sono un’operatrice museale, e come tanti di voi i giorni di riposo sono fatti per recuperare tutte le cose che si lasciano indietro durante la settimana!
Alla sera, verso l’ora di cena  “We are such stuff as dreams are made on” gira e rigira nella mia testa e si trasforma in un’immagine ben distinta il “Bacio”…
Con fare sicuro mi rivolgo a mio figlio, quasi diciottenne, e prima ancora di mettere in fila le parole, la frase esce tutta d’un fiato dalle mie labbra: ” Giorgio mi accompagni stasera al Museo Manzi a vedere il bacio di Giove e Venere?”; all’inizio mio figlio mi guarda un po’ stupefatto e poi il suo sorriso si allarga in un “Sì!”
Prendiamo la macchina e raggiungiamo il Museo Archeologico all’aperto Alberto Manzi che si trova a circa due chilometri da Pitigliano. Io lavoro lì… apro il cancelletto.
La notte non è ancora scesa del tutto e la nostra attenzione è catturata dalle luci del paese… Lo sguardo si allarga, da qui, dal museo, si gode un’immagine inconsueta di Pitigliano, c’è un’ angolazione diversa rispetto a quella dalla Madonna delle Grazie, meta di tanti turisti per le foto… Da qui si vedono i due grandi archi che maestosi sorgono dai Lavatoi Medicei, l’Acquedotto, la Porta del Soccorso, la Fontana Medicea che adorna il “salotto” di Piazza della Repubblica.
 

pitigliano-panorama-maremma-toscana

Foto Sabrina D’Angelo


Ci sediamo sull’erba e il caratteristico profumo di nepitella arriva subito ai nostri nasi. Respiriamo. Questo posto ha qualcosa di magico e ripenso al Maestro Alberto Manzi e alla sua idea di alloggiare qui questo museo, sono davvero fortunata a lavorare qui, mi dico.
Alle nostre spalle la luna, abbondantemente piena, rischiara la notte…
Foto Sabrina D'Angelo

Foto Sabrina D’Angelo


alla nostra sinistra quasi nascosti dalla vegetazione degli alberi ci sono loro: Giove e Venere. Sorrido e penso “Proprio come due innamorati, schivi sono appartati..”.
Giove ai nostri occhi sembra timido ed è vicinissimo a lei … quasi ad un soffio, proprio come il preludio che accompagna un bacio.
 
bacio giove venere pitigliano

Foto Sabrina D’Angelo


Guardiamo Venere. E’ incredibilmene luminosa. Appare ad est e ad ovest, ultima stella del mattino e prima stella della sera per i Sumeri era colei che mostra la via alle stelle!
Dalla Terra i due “innamorati” sembra che siano così vicini eppure sono così lontani. Non ci avevo mai pensato eppure Giove è preceduto e, allo stesso tempo, seguito dallo stesso numero di pianeti.
Sono le 22,30 e pian piano la luce dei corpi di Venere e Giove assume un colore rossastro quasi a scomparire, la luminosità si affievolisce e scende il buio.
Prima di andare via un ultimo sguardo alla notte, alla Luna, e poi… una lucciola fa capolino dalla Via Cava Gradone, e ci sussurra:

We are such stuff as dreams are made on

Prospero atto IV, scena 1a
“The Tempest” di William Shakespeare
Articolo di Sabrina D’Angelo