Turista per un giorno nella mia Maremma

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Diaccia Botrona (Foto di I.Belli)

Ogni tanto è bello staccare la spina e lasciarsi guidare in luoghi noti e meno noti alla ricerca di nuovi sguardi e di approfondimenti.
Con il corso dei Net (Network for tourism) siamo andati a visitare alcune eccellenze del nostro territorio.
La prima tappa è stata la Riserva Naturale di Diaccia Botrona, presso Castiglione della Pescaia, un posto magico, immagine di un mondo quasi scomparso.
Qui è necessario spengere i cellulari, rimanere in silenzio ascoltare ed osservare: siamo ospiti di un ecosistema unico riconosciuto come zona umida d’importanza internazionale, il paradiso del birdwatching.
Noi abbiamo avuto la fortuna d’essere accompagnati da guida d’eccezione, esperta d’avifauna, Roberta Margiacchi, capace di farci vivere a pieno tutte le caratteristiche di quest’ambiente.
L’escursione si è svolta sul battello, attraverso un canale realizzato durante le operazioni di bonifica e ciò ci ha permesso di arrivare il più vicino possibile agli uccelli.
Il guizzo dei cefali, il verso ripetuto delle folaghe e delle anatre ci ha accompagnato durante tutta la gita come una piacevole melodia. Ed a un tratto, disturbate dalla nostra presenza, si sono alzate in volo delle garzette, fra loro c’era anche un airone bianco ed in lontananza un gruppo di anatre.
Ma l’emozione più grande è stato vedere un airone rosso di passaggio, raro in maremma.

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Panorama Diaccia Botrona (Foto di I.Belli)

Giunti al capanno con l’ausilio di un potente cannocchiale abbiamo potuto guardare l’airone cenerino, il cavaliere d’Italia e le star della Riserva dei giovani fenicotteri ancora bianchi.
II giro è poi continuato all’interno di Casa Ximenes, la fabbrica delle cataratte, dove la guida Lea Pandolfi ci ha introdotto negli aspetti storici. Il sito un tempo era un’insenatura marina, che la formazione di una duna ha trasformato nel Lago Prile, sulle alture retrostanti si sono sviluppate le città etrusche di Roselle e di Vetulonia, successivamente i Romani lo elessero a luogo di villeggiatura e sull’isolotta, che emergeva nello specchio d’acqua, Publio Clodio, costruì la sua villa, ancora oggi la collinetta porta il suo nome: isola Clodia.
Fra tarda antichità e Alto medioevo iniziò, come altre parti della maremma, a diventare una palude. Questo territorio dovette aspettare governanti illuminati come Pietro Leopoldo Lorena Asburgo per veder finalmente iniziare tentativi di bonifica seri.
Egli chiamò, nel 1765, il matematico Ximenes, a risolvere il problema, che realizzò un sistema di canali e chiuse per far defluire e scorrere l’acqua, in modo da eliminare il ristagno.
La grande piaga della maremma, la malaria non fu debellata, ma la vita della fauna e di conseguenza degli uomini migliorò notevolmente. In seguito Leopoldo II di Lorena eseguì un’altra bonifica sotto la direzione di Manetti, ma la Diaccia Botrona non fu mai colmata per nostra fortuna.
“Roba di Maremma è una proverbiale espressione d’inferiorità” scriveva G: Dennis nel suo “Città e necropoli d’Etruria” del 1843.

prodotti tipici maremma toscana
Pranzo Maremmano (Foto di I.Belli)

Oggi Maremma è sinonimo di genuinità ed eccellenza, oggi, infatti, abbiamo degustato salumi di cinghiale, formaggi pregiati, vini DOC, un risotto al vino rosso, fatto con il riso prodotto in loco.
Nel pomeriggio la visita è proseguita a Vetulonia, nel piccolo museo etrusco, dove l’archeologa ci ha raccontato la storia di questa dodecopoli, la cui ricchezza si basava sullo sfruttamento e commercio dei metalli delle vicine colline. I reperti più interessanti sono indubbiamente gli ori, fra cui quelli lavorati con la tecnica del pulviscolo, ma ciò che mi ha colpito di più sono i fregi architettonici della casa privata di periodo ellenistico, dove con grande espressione artistica l’artigiano ha narrato il mito di Medea.
Contributo di Irene Belli per Maremmans