Il Museo Magma di Follonica

Viaggio a Rocchette di Fazio. Dagli Aldobrandeschi ai Templari e non solo.
24 Febbraio 2015
Leggende di Maremma: La mano di Orlando           
3 Febbraio 2015

Magma. Roccia allo stato liquido. Parola che da sola rievoca le forze primordiali della madre Terra. Elementi come fuoco, acqua, aria e terra che scandiscono da millenni la sinfonia del cosmo.
In un tranquillo sabato pomeriggio di inizio febbraio, non potendo seguire le orme del professor Lidenbrock e di suo nipote Axel, avventurieri del celebre Viaggio al centro della Terra, sono andato a scoprire in compagnia di due amici il Magma della Maremma.
Il Magma di Follonica, ovvero il Museo delle Arti in Ghisa della Maremma. (Sito web)
E vi posso assicurare che si è trattato di una vera e propria scoperta!

museo magma follonica

Foto Alessandro Fichera


Ci troviamo nel cuore dello stabilimento industriale noto con il nome di ex-Ilva. Anche Ilva è un nome antico. Il nome che sostituì, in età romana, quello greco di Aithale, che indicava la “fuliggine” che avvolgeva l’Isola d’Elba a causa delle incessanti attività di fusione del ferro, minerale di cui il sottosuolo elbano era ricchissimo. Quando, nel corso dei secoli, l’isola perse i suoi boschi, fonte indispensabile di combustibile per i forni, pian piano i poli siderurgici si spostarono sulla terraferma, in cerca di nuovi depositi di legna da sfruttare. E fu così che arrivarono anche a Follonica.
Il Museo è nato per raccontare queste storie. Storie di uomini, di fatica, di risorse, di ferro, fuoco e ghisa. E per raccontare queste storie ha scelto di collocarsi nei luoghi che per secoli hanno ospitato quelle attività. Per gran parte del 1800 l’edificio dove oggi si trova il Museo, il forno di San Ferdinando, funzionava infatti a pieno regime per la produzione della ghisa.
La pesantezza del ferro e della ghisa si trasformano, passeggiando per le sale di questo antico stabilimento industriale, nella leggerezza di un racconto emozionale, nella bellezza di un percorso espositivo che ricorre alle più moderne tecnologie per farci perdere il senso del tempo e dello spazio e farci vivere un’esperienza unica nel suo genere.
Le cose che mi hanno colpito di più.
Uno. Che la storia della ghisa ti possa interessare o meno non importa. Esci da quel Museo portando via nel cuore e negli occhi le storie di quella gente, le storie di quei luoghi.
Due. Le più moderne tecnologie non sono pura ostentazione. Sono al servizio esclusivo del racconto. L’antichità degli uomini e degli oggetti resta quasi “sacra”, è rispettata in ogni sua possibile sfumatura.
magma_3

Foto www.magmafollonica.it


Tre piani. Tre sezioni espositive. Arte, Storia e Produzione.
Primo piano. Entriamo dritti nel cuore dell’altoforno. Un’installazione, degna di un Museo di Arte Contemporanea, riproduce in una pioggia di lamelle metalliche le dimensioni e il funzionamento di un altoforno fatto di minerale, carbone e fumo. È proprio qui che a intervalli regolari ha inizio la proiezione di video e audio, visibile da tutti i piani del Museo, che ci avvolgono in colate di ferro liquido, nei rumori assordanti della fucina del dio Vulcano, nelle ombre degli uomini che con il loro lavoro plasmavano la materia e la trasformavano in opera d’arte. Luce accecante, fuoco che pian piano si raffredda, crepa le pareti, le distrugge per far comparire l’opera. La scultura in ghisa. Materiale forse meno nobile di altri ma se plasmato dalle mani di artigiani e artisti capace di elevate manifestazioni d’Arte.
Sconvolti, rapiti e ormai vittime di un fascino indescrivibile ci spostiamo a conoscere gli attrezzi e le modalità di lavoro. Sagome di legno, banchi di lavoro, disegni e progetti raccontano la storia della scuola di ornato nata a Follonica per volontà del Granduca Leopoldo II di Lorena.
Secondo piano. La Storia. O meglio Le storie.
Storie delle risorse che hanno fatto sì che fin dall’epoca etrusca il golfo di Follonica fosse interessato da insediamenti finalizzati alla lavorazione del minerale ferroso, l’ematite, proveniente dalla vicina isola d’Elba.
Cosa mi ha colpito di più.
La sala dedicata a un cartone animato, azionabile ruotando una clessidra, che racconta a grandi e piccini come gli Etruschi lavorassero il ferro.
Il plastico di una vetrina che, accompagnato da una voce narrante, spiega come venissero costruiti e usati i forni per la fusione del minerale ritrovati nel sito di Rondelli. Come si dice? Se riesci a spiegare una cosa a un bambino hai raggiunto il tuo obiettivo anche con gli adulti. Secondo me al Magma l’obiettivo è stato pienamente raggiunto!
Impossibile raccontare tutto l’allestimento, e comunque rovinerebbe la sorpresa e la scoperta.
Di certo posso dirvi che mi è piaciuta moltissimo la ricostruzione di un vagone ferroviario che ti accompagna in un viaggio in giro per il mondo, alla scoperta dei luoghi che conservano le opere in ghisa più significative. Istanbul, Bruxelles, New York, Berlino… attraverso quelle immagini in bianco e nero che scorrono fuori dai finestrini è impossibile non farsi trascinare nel bel mezzo di un sogno.
museo magma follonica

Foto www.magmafollonica.it


 
Splendida la ricostruzione di un vecchio ufficio, con tanto di scrivania e archivi in legno con incartamenti che raccontano le storie di personaggi che vissero e lavorarono in quei luoghi. La cosa più bella? Se prendi uno di quei faldoni e lo poggi sulla scrivania sulla parete si attiva un film che ricostruisce la storia di ognuno dei personaggi: il falegname, l’oste, il fabbro, la prostituta… Sarei rimasto tutto il pomeriggio a guardare quei vecchi film e ad ascoltare quelle storie.
E poi ancora storie di uomini che si trasferivano in Maremma alla ricerca di un lavoro, storie di carbonai provenienti dalla Montagna Pistoiese o dal Bergamasco, giochi che coinvolgono e raccontano le essenze lignee usate nella produzione del carbone. Imparare giocando è quanto di più bello si possa fare in un Museo!
Piano seminterrato. Il cuore del lavoro e forse del Museo stesso. Un sotterraneo restaurato e restituito al pubblico accompagna alla scoperta delle fasi di lavorazione del minerale fino al risultato finito. Ancora giochi appassionanti, come quello nel quale puoi dosare minerale, carbone e aria per fare la “tua” personale fusione. Il commento della voce di un vecchio minatore ti fa capire se hai sbagliato, se puoi migliorare o se sei sulla strada giusta. Si può anche ridere in un Museo. Non è vietato!
Sono davvero tante le cose che ho tralasciato nel racconto di quel sabato pomeriggio. Le scoprirete nel viaggio che potrete fare voi stessi! Il biglietto costa solo 5 euro e vi posso assicurare che non ve ne pentirete!
magma_2

Foto Alessandro Fichera


 
Il Museo comprende anche dei laboratori didattici per le scuole, un centro di documentazione che conserva le ricerche e gli studi sulla siderurgia di Follonica e del suo territorio e, non da ultimo, costituisce anche la Porta del Parco Nazionale Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane che raccoglie e custodisce la storia delle attività minerarie che hanno caratterizzato da sempre la Maremma.
 
Articolo di Alessandro Fichera