La Bella Marsilia, in viaggio tra Maremma e Istanbul

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Film cult degli anni ’80, tratto da un soggetto di Steven Spielberg, con gli ingredienti indispensabili per far perdere la testa a un ragazzino, ovvero una mappa, un misterioso medaglione, un pirata con un nome buffo come “Willie l’Orbo”, e la classica banda di “malfattori”. 
 
Locandina del Film
Cosa c’entra con la nostra storia? Tutto e niente, ma tra i tanti motivi per cui amo la Maremma c’è sicuramente quello per cui la sua storia è intessuta di leggende come la trama di un tappeto persiano. E alcune di queste ti fanno sognare più di un film di Spielberg. 
Una di quelle che colpirono di più la mia immaginazione la prima volta che la sentii fu sicuramente quella della Bella Marsilia.

Siamo nel XVI secolo.
Secolo che vide nascere il Reale Stato dei Presidi, per volontà del Re di Spagna, e una decina di anni dopo vide anche la nomina di Cosimo I de Medici a Granduca di Toscana.
Secolo piuttosto “movimentato” per il litorale toscano che, a causa delle continue incursioni piratesche, cristallizzò definitivamente l’assetto difensivo di una vera e propria “macchina da guerra”, con il sistema di torri e fortezze che ancora oggi costellano i Monti dell’Uccellina.

Tra le innumerevoli incursioni quella che più di ogni altra passò alla storia, avvolta da una nebbia che impedisce ancora oggi di distinguere la verità dalla leggenda, fu quella che in una fredda notte di aprile del 1543 colpì la tenuta di Nanni Marsili, nobile discendente senese degli Aldobrandeschi, tra i monti dell’Uccellina. 
 
Torre Bassa nella Tenuta del Collecchio (Foto Alessandro Fichera)


A guidare i corsari ottomani il temutissimo Kahir ed Din, meglio noto in Europa come Ariodeno Barbarossa, ammiraglio della flotta ottomana alle dirette dipendenze del Sultano Solimano II il Magnifico
Il celebre Ariadeno Barbarossa in un ritratto del XV secolo. (Fonte Wikipedia)

 

La leggenda vuole che i Marsili avessero una splendida e giovane figlia di nome Margherita, rossa di capelli e di temperamento focoso e “maremmano”. Il corsaro turco, pensando di fare un gradito regalo al suo Sultano, dopo aver distrutto e razziato il possibile, rapì anche la Rossellana, così era chiamata la bella Margherita, e la condusse a Costantinopoli. È qui che la storia prende una piega inaspettata. La grazia di Margherita ammalia il Sultano a tal punto da divenire, poco alla volta, la preferita di tutto l’harem e addirittura, contravvenendo a un’antica legge ottomana, sua legittima sposa. 

 

La Bella Marsilia (disegno di Massimiliano Longo)

Lord Byron, nel suo Don Giovanni, affermava che “la vendetta è dolce, soprattutto per le donne”, e sarà forse per questo motivo, o forse per la sete di potere, che essere la prediletta dell’harem alla Bella Marsilia non bastò più. Volle infatti che suo figlio Selim II, avuto con Solimano, diventasse il successore al trono, a scapito del primo legittimo figlio del sultano, che venne tristemente condannato a morte. 

Le conseguenze di queste trame nefande non tardarono a giungere. Un altro figlio di lei, molto amico del condannato a morte, si uccise per la disperazione e Selim venne sconfitto nella altrettanto storica battaglia di Lepanto, combattuta nel 1571 tra la flotta ottomana e quella della Lega Santa, nella cui fila militavano anche forze del Granducato di Toscana.

La sorte quando vuole sa essere ben più ironica di così e il Mausoleo del Barbarossa si trova a un passo da quello della Rossellana, nel cimitero annesso alla Moschea di Solimano, nel cuore della caotica Istanbul.
 
In una grigia mattina di inizio gennaio sono andato a cercare il mausoleo di una donna, della sua storia e della Maremma che forse si portava dietro, e tra quelle tombe, quei minareti e le lamentose nenie dei muezzin, ho pensato che in fondo non era più importante sapere se la Rossellana di Istanbul e la Bella Marsilia fossero la stessa persona. 

Se Willie l’Orbo e il Barbarossa fossero esistiti davvero.
L’importante era stato il viaggio che mi aveva condotto fin lì per riportarmi in Maremma
.
 
Il Mausoleo dove è sepolta la Rossellana. Moschea di Solimano. Istanbul. (Foto di Alessandro Fichera)

Piergiorgio Zotti, visionaria miniera di leggende e storie di Maremma, così conclude una delle sue versioni della leggenda. “Nel 1927 l’ultimo Sultano turco, Maometto VI, in esilio a San Remo, rilasciò un’intervista dove dichiarava che i Sultani avevano un’antenata di Siena. Giorgio Baffo, poeta erotico veneziano…non ve lo dico.”

Bibliografia di riferimento:
I corsari e la Maremma. Storie e leggende delle incursioni barbaresche. a cura di Massimo de Benetti e Piergiorgio Zotti. Disegni di Massimiliano Longo. 


Maremma segreta. La mappa delle storie e delle leggende. Testi Piergiorgio Zotti. Disegni Massimiliano Longo. Edizioni Effigi.


Contributo di Alessandro Fichera per Maremmans