Il territorio maremmano nel Cinema

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I film sono sogni. Ci conducono lontano, ci fanno viaggiare con la fantasia.

Mi ha sempre appassionato scoprire dove è stato girato un film che mi è piaciuto e, ancora di più, ritrovarmi ad esplorare quei luoghi. A questo proposito, la Maremma offre parecchi spunti.
 
In particolare ci sono state negli ultimi anni (dal 2014 ad oggi) alcune pellicole che hanno avuto come set, in modo più o meno prevalente, i luoghi vicino a Manciano: tra gli altri il “Racconto dei Racconti” di Matteo Garrone (2015) e “Margherita Aldobrandeschi: Una Donna di Maremma” di Antonella Santarelli (2015).
Avevo seguito le vicende di queste due produzioni con particolare attenzione perché, oltre ad essere ambientate in alcuni dei luoghi più caratteristici del nostro territorio, nel caso del cortometraggio di Antonella Santarelli, si tratta anche del lavoro di una regista nata e cresciuta a Manciano, nel cuore della Maremma.
Nel Racconto dei Racconti alcune delle scene più emozionanti si svolgono nelle Vie Cave e nei boschi attorno a Pitigliano e Sorano.
Le vie cave sono già di per sé un luogo magico, scavate nel tufo durante i secoli, dall’uomo, dal vento e dalla pioggia, sembrano fatte apposta per ambientarci un racconto fiabesco. Qui il tempo non ha più lo stesso significato, ti senti proiettato in storie del passato e della fantasia. Addentrandosi nei meandri delle vie cave ci si potrebbe aspettare ad ogni momento di vedere comparire figure di tempi lontani: pellegrini a piedi, templari a cavallo, soldati romani, fanciulle etrusche, ma anche creature fantastiche: fate, streghe, orchi, draghi. Il film di Garrone enfatizza queste percezioni.

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Dal Film “Il Racconto dei Racconti”


La storia di Antonella Santarelli racconta invece la vita di Margherita Aldobrandeschi, figlia di Ildebrandino Aldobrandeschi, che venne data in sposa giovanissima al potente Guido di Monfort, uomo molto violento e crudele (che per le sue caratteristiche Dante colloca all’inferno nella Divina Commedia). Da lui ebbe una figlia. Durante la guerra contro gli Aragonesi Guido di Monfort venne catturato e rinchiuso nel carcere di Messina, da cui non fece mai ritorno.
Margherita che non aveva più avuto notizie del marito e lo credeva morto, per motivi di stabilità della contea, si era risposata con il conte Nello Pannocchiesi, cavaliere senese e braccio destro del suo primo marito. Anche da lui Margherita ebbe un figlio, Binduccio, che venne ucciso da sicari all’età di 13 anni a Massa Marittima, annegato in un pozzo. Questo matrimonio venne annullato per bigamia da Papa Bonifacio VIII, che aveva ragioni politiche e nutriva una profonda antipatia per la contessa. Le riprese del film hanno interessato Montemerano, Saturnia, Castello di Marsiliana, Sovana, Pitigliano e Talamone. Anche le famose Cascate del Mulino sono state immortalate nella scena delle fanciulle che fanno il bagno.
 

Margherita Trailer 2 from Antonella Santarelli on Vimeo.

 
Passando alle produzioni degli anni precedenti, che riguardano molte zone della Maremma, Talamone era stato scelto da sfondo anche per un film di James Bond: Quantum of Solace. Un film che pur non avendo vinto nessun premio significativo, aveva avuto un buon successo di pubblico.
Quando Bond (Daniel Craig) incontra Mathis (Giancarlo Giannini), l’incontro avviene a Villa La Torre, a 6 chilometri circa da Talamone. Nel film inoltre ci sono anche alcune belle vedute dall’alto del centro storico del borgo.

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Quantum of Solace – Talamone


Per curiosità, l’altro giorno, sono andata a cercare su Internet quali altri film hanno come scenario la Maremma. Ho scoperto che ce ne sono tantissimi. Quasi un centinaio. Alcuni sono molto famosi, hanno vinto o sono stati nominati anche all’Oscar. Prendendo i titoli tra quelli più premiati:

  • Il talento di Mr. Ripley (1999) – di Anthony Minghella, con Matt Damon, Monte Argentario;
  • La grande bellezza (2013) – di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Isola del Giglio;
  • Amadeus (1984) – di Miloš Forman, con Tom Hulce, Mozart, nominato agli Oscar come migliore attore protagonista, e Murray Abraham, Salieri, vincitore dell’Oscar per la stessa categoria. Le scene riprese sul Monte Argentario in questo caso non devono essere state molte perchè, ripensando al film, tutto quello che mi viene in mente sono Praga e Vienna. Forse sarebbe il caso di rivederlo.

 

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La grande bellezza – Isola del Giglio


Tra i film sulla lista, che ricordo mi erano piaciuti e non sapevo fossero stati girati in Maremma, ho trovato:

  • Artemisia – Passione estrema (1997) – di Agnès Merlet, un film biografico, ambientato nel 1600, sulla vita di Artemisia Gentileschi, pittrice italiana, figlia di un famoso ritrattista, Orazio Gentileschi, alla quale, dati i tempi, non era concesso studiare arte in quanto donna, con scene ambientate sulla spiaggia del parco dell’Uccellina;
  • Non ci resta che piangere (1984) – di Roberto Benigni e Massimo Troisi, nel quale troviamo le riprese a Cala Forno, con il tentativo di fermare Cristoforo Colombo e cambiare il corso della storia, e quelle al laghetto del Pellicone, all’interno del Parco Archeologico di Vulci, in cui i due protagonisti incontrando Leonardo cercano di mettersi in società con lui, raccontandogli delle invenzioni che hanno caratterizzato le epoche a lui successive;
  • Io e Napoleone (2006) – di Paolo Virzì, la storia di un maestro di scuola che vuole uccidere Napoleone durante il suo soggiorno all’Elba, con una scena girata a Cala Violina;
  • Speriamo che sia femmina (1986) – di Mario Monicelli, ambientato nella Maremma Grossetana.

Non_ci_resta_che_piangere
Il territorio maremmano, ancora allo stato quasi naturale, è ricco di meravigliosi scenari e non sorprende che abbia stimolato da sempre l’interesse di registi italiani e stranieri. Ampliando il discorso, bisogna dire che la bellezza dei luoghi e delle atmosfere, rappresenta qualcosa di veramente unico e speciale, molto gratificante se vissuto in prima persona.
Ad un altro livello rispetto alle opere cinematografiche, ma senza nulla voler togliere agli appassionati dell’argomento, per chi ama fotografare o creare dei filmati, la quantità e qualità dei soggetti è considerevole ed è un vero piacere, visitando parchi e riserve naturali, borghi medioevali e castelli, tombe etrusche e rovine romane, fermare le impressioni, trasformandole in immagini da portare via con sé, insieme ai ricordi di ciò che si è visto, che resteranno indelebili nella memoria.

 
Testo di Rossana Ciocca