Il Giardino dei Tarocchi

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Prime statue al Giardino dei Tarocchi (Foto M.De Carolis)

Finalmente anche io riesco ad andare al giardino di Niki de Saint Phalle.
Ne avevo sempre sentito parlare dai miei ospiti e dai miei amici ma io lo avevo sempre intravisto dalla strada Aurelia arroccato lassù su una collina tra la boscaglia.
Bene, in un assolato pomeriggio di maggio mi ritrovo anche io in un parcheggio a Garavicchio, località a pochi chilometri da Capalbio.
Il parcheggio è un fondo valle e da quaggiù le statue proprio non si scorgono. Ciò che si nota subito è uno spesso muraglione di tufo grigio, impenetrabile, che, come una quinta teatrale, chiude alla vista lo spettacolo che troveremo dentro.
L’ingresso del parco attraverso questo muraglione è un grosso foro circolare quasi perfetto da cui si accede al giardino.
Pochi passi dopo l’ingresso delle statue monumentali non v’è traccia, siamo ancora alla base di una collinetta e il bosco ci sovrasta. Seguo come tutti allora il sentiero che contorto sale la collina e improvvisamente dopo pochi passi mi si presenta prepotentemente davanti il Giardino.

Specchi interni al Giardino dei Tarocchi (Foto di M.De Carolis)

Un insieme di statue coloratissime, di forme sinuose, di zampilli d’acqua, di meccanismi mi si para davanti cogliendomi stupefatto. Le statue sono enormi rappresentazioni delle carte dei tarocchi, gli Arcani, carte da gioco ma anche esoteriche.
Riempiono gli occhi. La forte luce del pomeriggio assolato delinea i contorni sinuosi degli Arcani accentua le ombre e ravviva i colori. Gli occhi sono in visibilio, sbandati, attoniti e non smettono di rincorrere la luce che scintilla tra gli specchi e le maioliche variopinte che ricoprono le statue.
In ogni luogo in cui si posi occhio c’è un dettaglio, un particolare, un chiaro riferimento alla circolarità della vita, all’amore e alla morte. 
Ogni luogo anche il pavimento è luogo adatto per ritrovare iscrizioni e massime dell’artista.
Dallo spazio iniziale, tutto intorno ad una vasca, si arrampica un piccolo sentiero con tutte le sue contorte diramazioni che si snodano attraverso il giardino ma soprattutto tra le statue e nelle statue. Spesso l’interno di esse è visitabile, dedalo vivibile di colonne colorate e finestre sul giardino. Piccoli anfratti celano statue minori ma non per questo meno curate e significative, le scorgo solo attraverso la ricerca che i miei occhi fanno dei colori e della luce tra il verde brillante della natura.

Sculture al Giardino dei Tarocchi (Foto di M.De Carolis)

I piccoli sentieri rasentano l’intimismo, raccolti e silenziosi mentre i più grandi sono una esplosione di colori, luci, di metalli, specchi e ceramiche ma anche di rumori dei meccanismi che il marito dell’artista ha applicato a talune statue e soprattutto del vociare festoso dei bambini che giocano liberi nel giardino.
Il tutto ti travolge. Un senso profondo di astrazione mi pervade. Forse proprio quel muro pesante e impermeabile dell’ingresso voleva che si lasciasse tutto fuori e chi lo attraversasse arrivasse vuoto e pronto per essere riempito emotivamente dall’opera.
Tutto il giardino blocca il tempo e i pensieri, solo la vista in lontananza della torre della centrale di Montalto ci ricorda dove siamo.
E’ sicuramente un viaggio onirico, fantastico, senza tempo in cui la vita rincorre la morte e i gli auspici di vita rincorrono i presagi di morte.
Ma nulla è triste, la gioia delle forme, dei colori e della luce riporta ad una esaltante pace onirica. Basta un’ora per perdersi nello spazio della luce e le panchine che troverete lungo il sentiero vi permetteranno di guardare un po’ dal di fuori queste meraviglie ma senza rendervi conto anche voi sarete parte integrante di esso. All’uscita, attraversato quel muro, ci si risveglia come da un sogno. 
E’ una esperienza sublime che non può lasciare indifferenti, forse non ricorderemo bene le statue in tutti i loro scintillanti dettagli ma dentro di noi rimarrà sempre viva questa profonda esperienza onirica.
Il biglietto di ingresso costa 12,00 euro, non poco, ma la manutenzione di questo giardino è realmente complessa e tutto sommato la cifra val bene questo carico di stupore ed estasi.
Si consiglia la visita in una giornata di splendido sole, ogni ora avrà la sua luce e le sue ombre e questo permetterà continuamente al giardino di mostrare tutte le sue brillanti sfaccettature.
Contributo di Marco per Maremmans