Storia di guerra e amore filiale

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Mi sono svegliata in una bellissima, fredda giornata invernale: la giornata perfetta per una passeggiata in un bosco vicino a casa. In compagnia del mio felicissimo e scodinzolante cane, mi sono avventurata per stradelli e sentieri. La luce era magnifica, perché la tramontana dei giorni precedenti aveva reso l’aria tersa e cristallina. Abbiamo vagabondato per un bel po’ insieme ma, a un certo punto, lui s’è addentrato nella macchia, decidendo di ignorare i miei richiami.
In questi casi, non c’è altro da fare che tentare di raggiungerlo, prima che si metta a inseguire a perdifiato qualche animale selvatico. Mi sono infilata nella macchia, chiamandolo e chiamandolo, lungo un sentierino.
E’ stato così che mi sono imbattuta in qualcosa di sorprendente: una commovente lapide commemorativa.

targa-commemorativa-aereo

Foto Rita Marzano


In una piccola radura ho incrociato con emozione il ricordo del destino dei militari che si trovavano a bordo dell’aircraft 43-34393 #39, che precipitò in questo punto il 12 ottobre 1944, probabilmente abbattuto dai nemici.
Il figlio di uno dei militari a bordo, cercò a lungo notizie su questo disastro, fino a che scoprì il punto esatto dove suo padre era caduto. Cinquantadue anni dopo, come risulta da una iscrizione in basso, G. Michael Gawley venne a Roccalbegna a lasciare, in memoria dell’equipaggio dell’aereo, questa lapide che testimonia il suo amore e la sua ammirazione per il padre, il S/Sgt. Eugene E. Glanert.
Un mio vicino mi ha detto di ricordare che, da bambino, sentì lo schianto e vide il fumo.
Ho cercato sul web notizie di questa storia, ma non ne ho trovate. Ho trovato solo una foto in cui figura uno dei militari, T.E Huges, mentre era in servizio. Ma da dove venissero, dove fossero diretti quegli uomini, venuti da lontano a liberare l’Italia, non sono riuscita a sapere.
Le poche notizie che ho bastano però a tratteggiare una storia di coraggio, amore e determinazione che lega due persone che hanno attraversato l’oceano fino ad un bosco della Maremma.  Devo ringraziare il mio cane per questa scoperta che mi ha lasciato una forte emozione e un amore ancora maggiore per questi luoghi carichi di storia.
di Rita Marzano